
Il cappuccino: un classico italiano
Il cappuccino, un classico italiano… oppure no? Si può essere sorpresi nello scoprire che il cappuccino si crede abbia avuto origine in Austria, a Vienna per la precisione, un altro Paese noto per le sue varie tipologie di caffè. Nel XVIII secolo, il “Kapuziner” viennese era guarnito con panna montata, zucchero e una serie di spezie diverse, e veniva gustato nei numerosi eleganti caffè della città.
Suddiviso in 3 strati (espresso, latte caldo e soffice schiuma), oggi il cappuccino è sinonimo del Bel Paese. Si pensa che la moda di consumare questo particolare caffè sia stata introdotta per la prima volta in Italia nei caffè in stile viennese a Trieste, il principale porto per il caffè per l’Europa centrale, e in altre zone italiane dell’Impero austro-ungarico all’inizio del XX secolo. Una volta conquistata l’Italia nord-orientale, il cappuccino divenne popolare in tutta la Penisola in seguito alla Prima Guerra Mondiale, grazie anche alla diffusione negli anni ’50 delle macchine per caffè espresso.

Cosa significa cappuccino?
Il nome cappuccino deriva dal latino capitium ed è un riferimento religioso che molti appassionati potrebbero non conoscere. È il diminutivo di cappuccio, ma la bevanda prende il nome non dal cappuccio di per sé, ma dal colore delle tonache con cappuccio indossate dai monaci e dalle suore dell’Ordine religioso dei cappuccini, fondato in Italia nel XVI secolo. Si pensava dunque che il colore dell’espresso mescolato al latte montato fosse simile a quello degli abiti di questi monaci. Per questo, tale bevanda prese il nome di cappuccino. Con il nome di “Cappuccini” ci si riferisce anche a dei mantelli con un cappuccio popolari tra le donne nel XVIII secolo e a un tipo di scimmia con una gorgiera di pelo sul collo che assomiglia appunto ai cappucci di questi monaci.

Quando si beve il cappuccino
Ad ogni momento il suo caffè. Si sa che gli italiani possono essere piuttosto intransigenti su questo. Nessun italiano che si rispetti si sognerebbe mai di ordinare un cappuccino a metà pomeriggio o alla fine di un copioso pasto. In Italia i caffè con latte non sono considerati ideali per la digestione. Dopo i pasti quindi si ordina un piccolo espresso amaro. In generale, un cappuccino è una bevanda adatta alla colazione, da consumarsi con un dolcetto o una brioche e rigorosamente non oltre le 11.
È importante ricordare che in Italia il cappuccino è sempre servito allo stesso modo. Alcuni locali potrebbero servirti a malincuore un cappuccino senza schiuma, che ricorda un flat white. Può succedere perfino che alcuni bar e caffè delle città turistiche d’Italia espongano cartelli con scritto che si rifiutano categoricamente di servire tali aberrazioni! Bisogna dire che anche il wet e il dry cappuccino sono decisamente poco italiani. Se desideri una porzione più grande, dovrai ordinare due cappuccini e non chiederne uno più grande!
Ricordati inoltre che, sopra il cappuccino, è sconsigliato mettere il cacao in polvere o il cioccolato grattugiato, anche se poi tanti italiani tendono ad aggiungere molto zucchero per addolcirne il gusto.

Come fare il cappuccino a casa
Preparare un cappuccino nella propria cucina è una bella sfida, ma al giorno d’oggi ci sono molte macchine da caffè sul mercato che possono aiutarti a rivivere l’esperienza di gustare un cappuccino cremoso come appena fatto dal tuo barista di fiducia. La chiave è la microschiuma, prodotta introducendo minuscole bolle d’aria nel latte per creare la sua consistenza vellutata. Per aerare a sufficienza il latte, ci sono due passaggi fondamentali. Inizia portando il vapore fino a una temperatura di 130 ˚C. Riscalda poi il latte a 60-65 ˚C. Ricordati inoltre di riscaldare in precedenza la tazza. Se usi una tazza fredda, la temperatura della bevanda potrebbe scendere fino a 10 ˚C!
Con la schiuma dei cappuccini, i baristi più esperti riescono a creare trame artistiche, versandola sopra il caffè. È un vero gioco di prestigio che richiede molta pratica!
