
Più di ogni altro paese, l’Italia ha svolto un ruolo chiave nella cultura moderna del caffè. L’Italia è infatti la patria spirituale del caffè e questo fa dell’italiano la lingua per eccellenza di questa bevanda. La semplice menzione dei classici di qualsiasi caffetteria in tutto il mondo – cappuccino, espresso, macchiato – evoca in tutto il Bel Paese caffè all’aperto, bar animati e golose colazioni con prodotti di pasticceria, in un modo impossibile da eguagliare per un caffè long black, white flat o un frappé.

Bere il caffè all'italiana
In media, gli italiani bevono quattro caffè al giorno (come minimo due ma alcuni arrivano perfino a otto!). Tra i caffè di casa e quelli bevuti al bar, ogni italiano spende circa 260 € all’anno. Ad eccezione del primo mattino o della fine di un pasto, la maggior parte del caffè in Italia viene bevuto in piedi al bancone, “al banco“, al bar locale. Se ordinate “un caffè“, non serve aggiungere altro, vi verrà servito un espresso.
La vostra tazzina sarà spesso accompagnata da un piccolo bicchiere d’acqua. Bevetelo prima per eliminare tutti gli altri sapori che avete in bocca, in modo da poter apprezzare appieno il vostro caffè. Quest’ultimo deve essere caldo al punto giusto per essere bevuto subito, non bollente, sormontato da un sottile strato di schiuma marrone o di crema. Gli italiani tendono a mettere molto zucchero. Arrivano spesso a versare fino a tre bustine nella minuscola tazza di bontà scura e fumante.
Quando si beve il caffè? E il cappuccino?
Quello di cui molti turisti in Italia non si rendono conto, è che c’è tutta una serie di regole non scritte sul tipo di caffè che andrebbe bevuto e su quando berlo. Come del resto per la cucina italiana in generale. Avete mai provato a chiedere a un italiano se l’ananas è un buon condimento per la pizza? Queste “regole” sono state in gran parte plasmate da secoli di tradizione.
Per esempio, il caffè con il latte si beve esclusivamente a colazione. Al più tardi si può ordinare fino alle 11, ma non oltre. Il cappuccino non va mai bevuto dopo un pasto! Un caffè nero è l’unico modo corretto per ripulire il palato dopo aver pranzato o cenato. Il latte è troppo “pesante” e per questo dovrebbe essere evitato. In Italia, ogni tipologia di caffè si può gustare solo nella sua forma più pura e originale. Non esistono variazioni di grandezza tipo small, medium, large (qualsiasi grande formato è addirittura inconcepibile). Se uno non basta, si ordina il bis!


Il caffè all’italiana: bando alle personalizzazioni
Il concetto moderno di personalizzare l’ordinazione con sciroppi aromatizzati, diverse quantità di schiuma, dosaggi di caffeina o differenti temperature non è visto bene nei bar italiani. Lo stesso si può dire dei caffè da asporto. Il caffè deve essere bevuto in compagnia e in piccole dosi durante la giornata. Le giornate in Italia sono scandite da veloci pause caffè nei bar del quartiere, che permettono di staccare 10 minuti dal lavoro e fare quattro chiacchiere in compagnia. Prendere un caffè da asporto e berlo alla propria scrivania non permette, mentre lo si sorseggia di socializzare, di aggiornarsi sui pettegolezzi locali o discutere degli ultimi risultati del calcio.
Un piccolo extra: il caffè corretto
Se hai bisogno di cambiare gusto e un caffè amaro non è sufficiente, allora un “caffè corretto” è quel che fa per te. Solitamente servito dopo cena, un caffè corretto consiste in un caffè a cui viene aggiunta una piccola quantità di alcol, di solito grappa, ma a volte anche sambuca o brandy, per aiutare ulteriormente la digestione: perfetto dopo una cena a base di pizza e gelato.


Un’ultima cosa da ricordare: in Italia, se ordini un latte, avrai una tazza di solo latte. Se invece vuoi una tazza fumante, schiumosa e con giusto un po’ di caffè, quello che desideri è un “caffè latte“. Ma non pensarci nemmeno ad ordinarlo alle tre del pomeriggio!